La storia di Firenze

Firenze è stata considerata fin dall'epoca romana un importante centro culturale. Città d'Arte famosa in tutto il mondo, il suo inestimabile patrimonio storico-artistico conserva numerose testimonianze delle epoche passate.

I periodi della Storia di Firenze:


Il Periodo Pre-Romano e Romano
Il Periodo Altomedievale
Il Periodo del Basso Medioevo
Il Duecento
Il Trecento
Il Quattrocento
Il Cinquecento
Il Seicento
Il Settecento
L'Ottocento
• Il Novecento

Firenze e il Periodo Pre-Romano

La piana fiorentina è stata abitata e frequentata fin dalla Preistoria. Nel Paleolitico (circa 10 mila anni fa) i rilievi collinari erano popolati da cacciatori e raccoglitrici. Al Neolitico (circa 5 mila anni fa) risalgono gli insediamenti di Mileto e del Neto (zona di Sesto Fiorentino), dove era praticata l’agricoltura e la pastorizia, ed erano fabbricate delle ceramiche.
Sulle colline gli Etruschi fondano Fiesole nel V secolo a. C.
Dell'Età del Ferro sono le cosiddette Tombe del Gambrinus (cultura villanoviana, VIII secolo a.C., nel Museo Storico-Topografico “Firenze com’era”), sepolture ad incinerazione (entro vasi) che testimoniano la frequentazione umana nell’area fiorentina, in una zona di passaggio tra l'Etruria settentrionale (Volterra) e l’area villanoviana vera e propria di Bologna.

Il Periodo Romano (753 a.C. - 476 d.C.)

  • epoca monarchica:    753 a.C. - 509 a.C.
  • epoca repubblicana:  509 a.C. - 27 a.C.
  • epoca imperiale:         27 a.C. - 476 d.C.
  • 59 a.C.:        fondazione di Florentia, ai tempi di Giulio Cesare
  • 30 - 15 a.C.: realizzazione della città, ai tempi di Augusto
  • 123 d.C.:      ristrutturazione urbanistica, ai tempi dell’imperatore Adriano.

Nell'epoca di Giulio Cesare, in occasione delle Leggi Agrarie (59 a.C.) per distribuire terre ai veterani, avviene la fondazione ufficiale della colonia di Florentia, poco a Nord dell’Arno, per un controllo militare ed economico del passaggio sul fiume: a questa seguirà, poco dopo, nel periodo dell'imperatore Augusto (30 - 15 a.C.), la realizzazione di una città residenziale, con mura, strade lastricate, sistema fognario, acquedotto, Terme, approdo sull’Arno (le rampe verso il fiume dall’attuale Piazza Mentana), oltre che edifici come il Tempio Capitolino, con relative Terme Capitoline, che si trovavano accanto al Foro, nella zona dell’attuale Piazza della Repubblica.

La città, posta sotto la protezione della divinità pagana di Marte, dio della guerra, aveva la forma rettangolare del “castrum” (accampamento militare) orientato secondo i punti cardinali, con un “cardo maximus” di circa 400 metri (le attuali Vie Roma e Calimala), e un “decumanus maximus” di 500 metri (le attuali Vie Strozzi, degli Speziali, il Corso), che si intersecavano nel Forum cittadino: ancora oggi, in Piazza della Repubblica, la colonna dell’Abbondanza segna il centro geometrico della città.
Il perimetro delle mura, sui cui lati si aprivano delle Porte, era circa 1.800 metri, con uno spazio di 20 ettari, abitato da 2.000 persone. Il circuito murario di Florentia, che racchiudeva strade con andamento ortogonale (con incroci rigorosamente ad angolo retto, ancora oggi mantenuti), è riscontrabile nelle attuali strade: Via Cerretani (Nord), Via del Procònsolo (Est), Via Vacchereccia e Via delle Terme (Sud), Via Tornabuoni (Ovest).

Nell'epoca dell'imperatore Adriano (inizio II secolo d.C.) avviene una ristrutturazione urbanistica, che porta alla costruzione di un Anfiteatro (zona delle attuali Via Torta, Piazza Peruzzi), di un Teatro (zona di Via dei Gondi, Via dei Leoni), Grandi Terme (zona di Piazza della Signoria), un Tempio di Iside (zona di Piazza San Firenze), altri terme (le Terme settentrionali, le Terme di Capaccio, le Terme della Pagliazza).
La città pagana resta chiusa nelle sue mura, e non accetta la predicazione cristiana, giunta da Sud, attraverso la Via Cassia: nel 250, durante le persecuzioni dell'imperatore Decio, a Firenze viene decapitato San Miniato, a cui sarà dedicata la chiesa di San Miniato al Monte, con facciata romanica iniziata nel 1018.

Dopo tre secoli di persecuzioni, con l’Editto di tolleranza, Costantino (nel 313, a Milano) concede libertà di culto alla religione cattolica, mentre con l’Editto di Tessalonica (380), emanato dall’imperatore Teodosio, il Cristianesimo diventa unica religione ufficiale dell'Impero Romano. Può così iniziare, alla fine del IV secolo, la costruzione delle prime chiese paleocristiane, fuori delle mura romane, rispettivamente San Lorenzo (a Nord, nel 393, per opera di San Zanobi e consacrata da Sant'Ambrogio: è la prima sede di una cattedra vescovile) e Santa Felicita (a Sud, oltre l'Arno, con annesso un cimitero ricco di lapidi e di testimonianze epigrafiche che testimoniano una fiorente comunità greco-siriaca nel IV-V secolo a.C.; la chiesa sarà riedificata dal 1736 da Ferdinando Ruggieri).

Durante le incursioni barbariche, ai tempo dell'imperatore Onorio, Firenze è assediata dai Goti di Radagàiso, e salvata del generale Stilicone, di origine vandala: ma complessivamente i popoli barbari dilagano in ondate successive (sacco di Roma, del 410). Il salvataggio della città dai barbari, avvenuto l'8 ottobre 405, fu anche attribuito all'orientale martire Santa Reparata, a cui fu si decretò di costruire una chiesa.

Firenze e il Periodo Altomedievale (476-1000)

Dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente alla svolta dell'anno Mille

  • Ostrogoti;
  • Guerra greco-gotica (535-553);
  • Dominazione Bizantina;
  • Invasione dei Longobardi;
  • Arrivo dei Franchi;
  • Feudatari imperiali

Con le invasioni barbariche e con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 d.C.), tutta la Tuscia fa parte del regno degli Ostrogoti di Teodorico.
Durante la guerra greco-gotica l’esercito del bizantino Belisario respinge e sconfigge a Fiesole (539) i Goti.
La città avrà quindi una seconda cinta muraria, dopo quella romana, la cerchia bizantina (541-545), più ristretta della precedente, con una diminuzione del perimetro cittadino (in 3 lati su 4) e del numero di abitanti, e riducendo la città ad una fortezza, di cui faceva parte probabilmente l’attuale Torre della Pagliazza (Piazza Sant'Elisabetta: oggi Hotel Brunelleschi).

Dal 568 i Longobardi invadono l'Italia, e Firenze diventa per due secoli parte del loro ducato di Toscana, in cui però la città più importante è Lucca. Nel 715 il re longobardo Liutprando è a Firenze.

Nel 774 Carlo Magno, re dei Franchi pone fine al dominio dei Longobardi: è documentata la sua presenza a Firenze nel 781 e nel 786; inoltre si dice che, nell’ottica della “riprese carolingia”, abbia fondato la chiesa dei Santi Apostoli nell’anno 805 (menzionata però solo dal 1075), dando nuovo impulso alla città dopo la decadenza della vita cittadina a favore di un'economia rurale in epoca feudale.
Viene anche costruita la terza cerchia muraria, la cerchia carolingia (inizio IX secolo), riprendendo, ad oriente e ad occidente, il perimetro romano, da cui resta ancora esclusa la zona settentrionale corrispondente al Duomo.

Il Periodo del Basso Medioevo

Dal 1000 al 1492 è considerato il periodo del Basso Medioevo: intorno all'anno Mille, dopo il declino delle città durante il Feudalesimo, si incomincia ad affermare una forma di autogoverno cittadino, che tende a rivendicare una certa libertà nei confronti del potere centrale feudale: è l’origine del Comune. Il fenomeno è complesso e riguarda vari aspetti, a partire dalla maggiore disponibilità di cibo dovuta alla cosiddetta “rivoluzione agricola”, e all'aumento demografico, con la conseguenza di un risveglio dei commerci e di una ricerca di forme autonome di governo.

I fiorentini ingrandiscono il loro territorio, grazie anche ai feudatari imperiali. La marchesa Willa di Toscana fonda la Badia Fiorentina (978), nella quale sarà sepolto il figlio e successore, il marchese Ugo di Toscana, che muore nel 1001; la chiesa sarà ristrutturata nel 1285 da Arnolfo di Cambio, con campanile esagonale ricostruito nel 1330.
La chiesa di San Lorenzo viene ricostruita in stile romanico, e consacrata nel 1059 da papa Niccolò II.
Il 1059 è anche l'anno del rivestimento geometrico in marmo verde e bianco dell'ottagonale Battistero, con tetto piramidale e con funzione di cattedrale.

San Giovanni Gualberto, il fondatore nel 1037 dell'ordine dei Vallombrosani (e che muore a Badia a Passignano nel 1073) collega la sua lotta per una riforma della Chiesa con la ricerca di una certa autonomia politica nei confronti del potere centrale del vescovo simoniaco Pietro Mezzabarba, cacciato nel 1068. A questo periodo risalgono le prime notizie (1077) della primitiva chiesa romanica (le attuali facciata interna e la cripta) di Santa Trìnita, a quei tempi fuori delle mura: sarà ricostruita alla metà del Trecento con interno gotico, e avrà la facciata manierista (1593) di Bernardo Buontalenti.

La contessa Matilde di Canossa costruisce una nuova cerchia muraria (la quarta) nel 1078, o “cerchia antica” dantesca, che indica una ripresa della città dopo il Mille, recuperando il perimetro romano, con un ampiamento in direzione dell’Arno nella zona del Castello di Altafronte (verso l'attuale Piazza dei Giudici).
Nel 1096 vari fiorentini partono per la prima Crociata: si dice che Pazzino dei Pazzi fu nel 1099 il primo a scalare le mura di Gerusalemme, favorendone la riconquista cristiana.
Matilde, importante contessa feudale dell’Italia centrale (dalla Lunigiana a gran parte di Emilia, Veneto, Lombardia), e marchesa di Toscana, nell'ambito delle lotte per le investiture, riporta la capitale a Firenze, inaugura una politica filopapale (anticipatrice dell’atteggiamento guelfo successivo), e concede privilegi ed ampie autonomie cittadine, che alla sua morte (1115) permisero uno slancio economico al nascente Comune.

Un episodio fa capire l'importanza che la città va conseguendo: i Pisani nel 1114 chiedono ai fiorentini di fare la guardia alla loro città, mentre le loro navi ripuliscono il Mediterraneo dai pirati saraceni, sconfiggendoli nella loro base nelle Baleari: per riconoscenza donano ai fiorentini due colonne di porfido (ancora oggi accanto alla Porta Est del Battistero di San Giovanni), portate da Maiorca.

Con la distruzione di Fiesole (1125) inizia la conquista dei castelli e dei territori circostanti, mentre i nobili feudatari spodestati si insediano in città.

La città è divisa nel 1172 in sestieri (Porta al Duomo, San Pier Maggiore, San Piero Scheraggio, Borgo Santi Apostoli, San Pancrazio, Oltrarno), deliberando inoltre la costruzione della quinta cerchia muraria, la prima comunale, che sarà realizzata negli anni 1173-1175, ruotando le mura di 45 gradi e quadruplicando l’estensione, fino a comprendere le attuali Vie dei Fossi-del Giglio (ad Ovest), Via dei Pucci-S. Egidio (a Nord), Via Verdi-Benci (ad Est), estendendosi nella zona di Oltrarno con un triangolo che dall’attuale Ponte alle Grazie va a Piazza San Felice e Ponte alla Carraia.

Nel 1077, ai tempi dell'imperatore Ottone IV, il conte Guido Guerra di Poppi sposa la virtuosa fiorentina Gualdrada, figlia di Bellincion Berti.

Da un punto di vista politico, dopo una prima fase “consolare” (dal 1138, quando predominano le consorterie gentilizie, cioè i nobili), il Comune si dà una struttura “podestarile”: Gherardo Caponsacchi nel 1193 è il primo podestà documentato, ed è cittadino; poi il magistrato che amministra il Comune per un anno è un forestiero (per garantire maggiore imparzialità), a partire da Gualfredotto da Milano nel 1207.

Il Duecento

Dal 1215 iniziano le lotte tra Guelfi (fautori del Papa) e Ghibellini (sostenitori dell'Imperatore), in seguito all'uccisione di Buondelmonte dei Buondelmonti, che ha rotto una promessa di matrimonio verso una Amidei, per sposare una Donati.
Nel 1218, dopo aver utilizzato per secoli un unico guado (l’attuale Ponte Vecchio), viene costruito il secondo ponte sull’Arno: il Ponte Nuovo (oggi Ponte alla Carraia), a cui seguiranno quello (1237) del podestà Rubaconte da Mandello (oggi Ponte alle Grazie) e l’originario Ponte a Santa Trìnita (1252): questi quattro Ponti resteranno gli unici per sei secoli.
Nel 1221 secondo la tradizione sarebbe avvenuto a Firenze l’incontro tra San Francesco e San Domenico, i fondatori dei due più importanti ordini monastici mendicanti e predicatori.

Lo sviluppo della città è testimoniato anche dalla crescita delle case-torri, appartenenti alle principali famiglie fiorentine: avevano pianta quadrata ed erano simbolo di potere e di prestigio, con funzione di fortificazione difensiva. Ne sono documentate circa 180, e ne esistono ancora visibili una settantina, risalenti al XII-XIII secolo, anche se talvolta scapitozzate o in non buone condizioni.
Tra le case-torri, costruite generalmente entro la prima cerchia muraria comunale, sona da segnalare quelle dei Visdòmini (via dell’Oche 20r), dei Donati (Via del Corso 33r e 46r), della Castagna (Piazza San Martino 1), dei Cerchi (Via dei Cerchi 20r), dei Buondelmonti (via delle Terme 13r), degli Amidei (Por Santa Maria 9r), dei Mannelli (Via dei Bardi 84r), dei Marsili (Borgo San Jacopo 17), dei Peruzzi (Piazza Peruzzi 4), degli Alberti (via dei Benci 6r).

Guelfi e Ghibellini si alternano: nel 1248, grazie all'appoggio dell’imperatore Federico II di Svevia prevalgono i Ghibellini; poi, con la morte dell’imperatore germanico (1250) prendono il sopravvento i Guelfi, i quali, in seguito agli Ordinamenti di giustizia “del Primo Popolo” costruiscono il primo palazzo pubblico, il Palazzo del Capitano del Popolo (1255: oggi Bargello) in funzione antinobiliare, cioè contro l'aristocrazia feudale.
Gli scontri non sono solo politici, ma anche religiosi: gli eretici Patarini sono sconfitti nel 1244 dai difensori dell'ortodossia cattolica (guidati dal domenicano Pietro da Verona, o San Pietro Martire), come ricordato da colonne di granito: una, la Croce al Trebbio, presso l'attuale Piazza S. Maria Novella; l’altra davanti alle chiesa di Santa Felicita.

Intorno al 1250, mentre i vallombrosani iniziano la ricostruzione in forme gotiche della chiesa di Santa Trìnita, i frati (i nobili Sette Santi fiorentini) dell’ordine dei Servi di Maria, che si erano ritirati dal 1233 in un romitorio sul Monte Senario, fondano in città un oratorio, che diventerà l'importante basilica della Santissima Annunziata, mèta di pellegrinaggi e di processioni.
Nel 1251 i frati Umiliati, abili filatori e tessitori di lana, fondano la chiesa di Ognissanti in riva all’Arno: la facciata è del 1637, di Matteo Nigetti.
Nel 1252 viene coniato il fiorino d’oro (grammi 3,54), con l'immagine di San Giovanni Battista e, sull'altro lato, del giglio, che tra l'altro è diventato rosso su fondo bianco, invertendo i colori originari del giglio ghibellino: entrambi sono rappresentati sotto i beccatelli di Palazzo Vecchio.

Nel 1260 i Ghibellini senesi vincono i Guelfi a Montaperti, con il fiorentino ghibellino Farinata degli Uberti che si oppone alla distruzione della città proposta da Manfredi e dagli altri alleati. Tuttavia sono i Guelfi a vincere definitivamente, con la battaglia di Benevento (1266): vittoria di Carlo d’Angiò e morte di Manfredi; dopo di che sono distrutte quasi tutte le case-torri dei Ghibellini (ad esempio degli Uberti) soprattutto nell’attuale zona di Piazza della Signoria.

Nel 1268 avviene la fondazione dell'originaria struttura gotica di Santa Maria del Carmine da parte dei Carmelitani; gli affreschi di Masaccio e Masolino sono quattrocenteschi, la cappella Corsini del 1675.
Nel 1278 i domenicani fondano la chiesa di Santa Maria Novella, con l’orientamento attuale, davanti ad un grande spazio, utilizzato per le prediche e per i ritrovi in occasione di feste cittadine.

Cimabue nel 1280 dipinge la Maestà di Santa Trìnita (oggi agli Uffizi) con cui inizia la pittura moderna, che avrà in Giotto il rappresentante più importante, svincolandosi dai modelli bizantini.
Nel 1282 viene istituito il Priorato delle Arti, con l'elezione iniziale di tre Priori (Calimala, Cambio, Lana) a cui si aggiunsero altre 4 Arti (Seta, Medici e Speziali, Vaiai e Pellicciai, Giudici e Notai) che costituivano le 7 Arti Maggiori.

Nel 1284 inizia la costruzione della sesta cerchia muraria (la seconda comunale), l’ultima, che corrisponde agli attuali viali di circonvallazione, e che si snoda per 8 chilometri da Porta al Prato a Porta San Gallo (Piazza della Libertà) e a Porta alla Croce (Piazza Beccaria), fino a Porta Romana (che è del 1327): la cerchia si considera terminata nel 1333 (l’anno della disastrosa alluvione che distrusse i ponti della città), e racchiuderà la città per più di cinque secoli, cioè fino all'Unità d’Italia.
Nel 1288 messer Folco Portinari (il padre della Beatrice dantesca) fonda l'Ospedale di Santa Maria Nuova, su suggerimento e con l'aiuto della governate Monna Tessa: ma le arcate dei portici sono seicentesche.

Nel 1289 i fiorentini sconfiggono i Ghibellini di Arezzo nella battaglia di Campaldino, cui prende parte il ventitreenne Dante.
Con gli Ordinamenti di giustizia di Giano Della Bella (1293) è ridimensionato il ruolo delle famiglie nobili (o magnatizie) a favore dei popolani e delle attività artigianali, commerciali e bancarie, che si realizzano attraverso il potere politico affidato alle Arti (o Corporazioni dei mestieri).
Nel 1294 muore il maestro di Dante, Brunetto Latini (sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore), che gli ha trasmesso una culture enciclopedica ed allegorica.

Dal 1295 i francescani costruiscono la chiesa di Santa Croce: anche loro, come i domenicani, sono un ordine predicatore ed avranno una grande piazza davanti alla chiesa.
Alla fine del Duecento iniziano i lavori delle due più importanti costruzioni fiorentine, per opera di Arnolfo di Cambio: l’8 settembre 1296 viene posta la prima pietra della gotica cattedrale di Santa Maria del Fiore (al posto di Santa Reparata, demolita nel 1375), e nel 1299 inizia la costruzione di un Palazzo (oggi Palazzo Vecchio) quale sede dei Priori delle Arti (e successivamente sede della Signoria).

Nel 1299, e nel 1306 i fiorentini fondano delle “terre nuove” come avamposti per controllare i territori circostanti: sia verso Sud (San Giovanni Valdarno), sia verso il Mugello (Scarperia, Firenzuola).

Il Trecento

Nell'anno del primo Giubileo, il 1300, Dante Alighieri (1265-1321) immagina di effettuare il viaggio descritto nella Divina Commedia; muore Guido Cavalcanti, esponente del “dolce stil novo”.

All'interno del partito guelfo vittorioso avviene nel 1300 la spaccatura tra i guelfi “Neri” di Corso Donati (la fazione più vicina al Papato, ed economicamente rappresentata dai nobili di antica tradizione) e i guelfi “Bianchi” di Vieri dei Cerchi (la fazione meno allineata sulle posizioni del Papato, economicamente il “popolo grasso”, cioè le potenti famiglie dei grandi mercanti e dei banchieri).
Carlo di Valois, inviato dal papa Bonifacio VIII come mediatore, favorisce invece i Neri, i quali nel 1302 esiliano i Bianchi, tra cui Dante, che spererà invano nella discesa in Italia e nell’assedio di Firenze da parte dell’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo, che però muore nel 1313.

Intorno al 1320, nella chiesa di Santa Croce, Giotto (1267-1337) affresca le cappelle Peruzzi e Bardi rispettivamente con storie dei due San Giovanni (Battista ed Evangelista) e di San Francesco.
Nel 1334 Giotto progetta la costruzione del Campanile con basamento a pianta quadrata; Andrea Pisano lo porterà alla seconda cornice nel 1347, e Francesco Talenti lo concluderà nel 1359.
Nel 1337 è fondata la nuova fabbrica dell'attuale loggia-mercato di Orsanmichele (già oratorio di San Michele in Orto, di origine carolingia).

Nel 1343 i fiorentini, nel giorno di Sant'Anna (26 luglio), insorgono contro il dispotico Gualtieri di Brienne, duca d'Atene, che l'anno prima avevano nominato signore a vita: la città torna alla suddivisione nei 4 quartieri storici (quelli dell'attuale Calcio in Costume: San Giovanni, Santa Croce, Santo Spirito, Santa Maria Novella).

Nel 1345 viene ricostruito da Neri di Fioravante, con le attuali 3 arcate, il Ponte Vecchio, distrutto da un'ennesima alluvione il 4 novembre 1333.

Intorno al 1345 falliscono le banche fiorentine dei Bardi e dei Peruzzi, perché il re d'Inghilterra Edoardo III non è in grado di restituire un grosso prestito durante la guerra dei Cent’Anni contro la Francia.

La peste nera del 1348 colpisce anche Firenze, dimezzando la popolazione e fermando lo sviluppo urbanistico. Da un punto di vista letterario la peste è l'ambientazione in cui dieci giovani decidono di ritirarsi in campagna e di impiegare il tempo a raccontarsi le 100 novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio (1313-1375); il 1348 è anche la data della morte di Laura, la donna cantata nel Canzoniere di Francesco Petrarca (1304-1374, iniziatore dell'Umanesimo) e del cronista Giovanni Villani.

Le tensioni sociali interne portano allo scoppio del Tumulto dei Ciompi (1378) in cui i lavoratori della lana chiedono inutilmente maggiori diritti: le classi più modeste subiscono lo sfruttamento della nuova classe borghese.

Nel 1382 si concludono i lavori per la Loggia della Signoria, architettura tardo-gotica per le cerimonie pubbliche, usata poi nel Cinqucento come corpo di guardia per i Lanzichenecchi (e detta infatti anche Loggia dei Lanzi, oltre che “dell’Orcagna”).

Il Quattrocento

Il 1401 è considerato l'inizio del Rinascimento, che si apre con il concorso per la seconda porta bronzea del Battistero (dopo la prima, del 1336, di Andrea Pisano): Lorenzo Ghiberti, risultato vincitore su Filippo Brunelleschi, scolpirà anche la terza porta, quella cosiddetta del Paradiso, tra il 1425 e il 1452.

Nel 1416 viene commissionata a Donatello la statua di San Giorgio (ora al Bargello) per una nicchia di Orsanmichele: nel rilievo della predella lo scultore utilizza per la prima volta la tecnica dello “stiacciato”, rappresentando prospetticamente il senso della profondità, nella scena con l’uccisione del drago e la liberazione della principessa.

Dal 1419 Brunelleschi inizia la realizzazione del portico dello Spedale degli Innocenti per i bambini abbandonati.
Nel 1421 Brunelleschi progetta la chiesa di San Lorenzo, desiderando i Medici rinnovare la chiesa medievale: l’interno, con la Sacrestia Vecchia è uno dei capolavori dell'architettura rinascimentale, anche se la Sacrestia Nuova è di Michelangelo (1520), la cupola della Cappella dei Principi di Matteo Nigetti (1640), e il campanile di Ferdinando Ruggieri (1740), con la facciata rimasta incompiuta.
Negli anni 1424-1428 Masolino e Masaccio eseguono gli affreschi per la cappella Brancacci nella chiesa di Santa Maria del Carmine: l’essere umano è posto al centro dello spazio, che è misurabile ed è rappresentato secondo le leggi della prospettiva.

Nel 1427 viene istituito il Catasto, strumento importante per la registrazione delle proprietà e delle famiglie fiorentine.

Con le due Cantorie (ora nel Museo dell’Opera del Duomo) per la Sacrestia del Duomo Luca Della Robbia (1438) e Donatello (1439) rappresentano i due volti della scultura rinascimentale: quello umanistico ed idealizzato (classico, sereno, misurato) e quello realistico e dinamico (irrequieto, sperimentale, vitale).

Cosimo il Vecchio rientra nel 1434 dall'esilio e inizia il periodo della Signoria dei Medici; alla sua morte, nel 1464, gli succederà il figlio Piero il Gottoso, padre di Lorenzo il Magnifico, terzo signore della città dal 1469.

Nel 1436 il Papa Eugenio IV consacra il Duomo, dopo la chiusura della Cupola, anche se la Lanterna sarà conclusa nel 1468.
Il Concilio di Firenze del 1439 sancisce, sia pure momentaneamente, la riunificazione tra la chiesa cattolica di Roma e quella ortodossa orientale, con la presenza del patriarca di Costantinopoli e dell’imperatore bizantino Giovanni Palelogo: questo episodio sarà evocato dagli affreschi con la Cavalcata dei Magi (1459) di Benozzo Gozzoli nella cappella di Palazzo Medici (dal 1659 Medici-Riccardi), residenza fattasi costruire da Cosimo il Vecchio nel 1444 da parte dell’architetto Michelozzo.

Il pittore Beato Angelico intorno al 1442 affresca le celle dei monaci domenicani del convento di San Marco (ricostruito dal 1437 da Michelozzo grazie ai fiorini di Cosimo il Vecchio) con scene della Vita di Cristo, essendo priore del convento Antonio Pierozzi (o Sant’Antonino); la chiesa di San Marco, cosacrata nel 1442, avrà il rifacimento della facciata nel 1778.
Nel 1444 Filippo Brunelleschi inizia la costruzione dell'interno rinascimentale della chiesa agostiniana di Santo Spirito, fondata intorno al 1250 nell’Oltrarno: nel Refettorio Andrea Orcagna aveva affrescato nel 1367 il Cenacolo, mentre la copertura con la cupola è del 1481, il campanile di Baccio d’Agnolo del 1503, e la facciata settecentesca è rimasta ad intonaco.
La chiesa della Santissima Annunziata raggiunge le attuali dimensioni con la cupola semisferica dell'Alberti (1444) e con l'antistante Chiostrino dei Voti (1447, su disegno di Michelozzo), mentre il portico esterno a 7 arcate sarà sistemato dal Caccini nel 1601, quando anche l’interno vedrà numerosi rimaneggiamenti e decorazioni in stile barocco.

Il monumento funebre di Leonardo Bruni, opera del 1445 di Bernardo Rossellino nella chiesa di Santa Croce, costituisce il prototipo della tomba rinascimentale.
Al 1447 risale l'affresco con il Cenacolo di Andrea Del Castagno nel complesso di Sant'Apollonia (in Via 27 Aprile 1).
Nel 1470 Leon Battista Alberti completa la facciata della chiesa domenicana di Santa Maria Novella, su committenze dei Rucellai.

La congiura dei Pazzi nel 1478 uccide Giuliano il Bello, ma il fratello Lorenzo dei Medici (Lorenzo il Magnifico) rafforza il suo potere politico ed economico, grazie anche al suo mecenatismo, che garantisce una notevole fioritura culturale. Alla sua corte sono presenti artisti come Michelangelo, e letterati come Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e il Poliziano.

Domenico Ghirlandaio nel 1485 termina la decorazione della cappella Sassetti nella chiesa di Santa Trìnita, con le Storie di San Francesco: è influenzato dalla pittura fiamminga dopo l’arrivo a Firenze nel 1483 del Trittico Portinari di Hugo van der Goes.
Nel 1489 inizia la costruzione di Palazzo Strozzi su disegno di Benedetto da Maiano.
Intorno al 1490 Piero Vannucci detto il Perugino affresca il Cenacolo nel monastero di Fuligno (Via Faenza 42).

Nel 1492, l'anno dell'impresa di Cristoforo Colombo e della fine del Medioevo, muore Lorenzo il Magnifico, a cui succede il figlio Piero il Fatuo, che però nel 1494, quando il re di Francia Carlo VIII scende in Italia, si mostra inadeguato ed è cacciato da Firenze. Toccherà ad un rappresentante del ceto mercantile, Piero Capponi, minacciare di “suonare le nostre campane” per far ripartire il re francese.
Si instaura la prima Repubblica fiorentina (1494-1512) durante la quale si assiste all’effimero successo delle prediche del domenicano Girolamo Savonarola, che propugnava una democratizzazione della vita politica con un Consiglio Generale del Popolo (in Palazzo Vecchio: Salone dei Cinquecento, per il quale il gonfaloniere Piero Soderini aveva commissionato nel 1502 a Leonardo e a Michelangelo due grandi affreschi, poi scomparsi); il frate domenicano, però, accusato di eresia, è giustiziato in Piazza della Signoria nel 1498.

Dal 1498 al 1512 Niccolò Machiavelli è segretario della Repubblica fiorentina: nel successivo confino dell'Albergaccio, presso San Casciano in val di Pesa, scriverà nel 1513 “Il Principe”.

Nel 1499 il navigatore fiorentino Amerigo Vespucci esplora il Venezuela (la piccola Venezia), il Rio delle Amazzoni e il Brasile, rendendosi conto di aver toccato un nuovo continente, denominato dal 1507 “terra di Amerigo”; sarà un altro fiorentino, Giovanni da Verrazzano, nel 1524, a scoprire la baia di New York.

Il Cinquecento

Nel 1504 viene collocata davanti a Palazzo Vecchio la Statua del David di Michelangelo, come simbolo della libertà cittadina.

Nel 1512 tornano in città i Medici, con il cardinale Giovanni, figlio di Lorenzo il Magnifico, che nel 1513 è eletto papa col nome di Leone X: dovrà affrontare la ribellione e la “protesta” di Martin Lutero in Germania, ma da Roma controlla Firenze attraverso il nipote Lorenzo (il duca d’Urbino) e il fratello Giuliano (il duca di Nemours), entrambi rappresentati da statue di Michelangelo (rispettivamente “il Pensiero” e “l’Azione”), dal 1520 nella Sacrestia Nuova di San Lorenzo. Inoltre il papa mediceo nomina cardinale il cugino Giulio, figlio di suo zio Giuliano il Bello, colui che diventerà a sua volta papa nel 1523 col nome di Clemente VII: quest'ultimo dovrà affrontare il saccheggio di Roma, dopo il tentativo di fermare i Lanzichenecchi imperiali da parte di Giovanni dalle Bande Nere, che è ferito a morte nel 1526.
Il popolo fiorentino non gradisce il dispotismo mediceo e insorge, approfittando del Sacco di Roma nel 1527, ricostituendo le magistrature repubblicane.

Dopo il Rinascimento e il suo studio della natura, nel Cinquecento prevale negli artisti un'attenzione allo stile e all'eleganza formale dei modelli precedenti (sia della tradizione antica, sia del secolo precedente) da imitare: Andrea Del Sarto arriva ad una pittura così perfetta da essere considerata “senza errori”, realizzata nel Chiostro dei Voti (alla Santissima Annunziata: scene con la Vita di Maria, 1514), nel ciclo del Chiostro dello Scalzo (Vita di San Giovanni Battista, 1509-1526, Via Cavour 69) e nel Cenacolo del monastero di San Salvi (1527). I suoi allievi, Pontormo e Rosso Fiorentino accentuano il formalismo aggiungendovi le inquietudini e tensioni del nuovo movimento del Manierismo, virtuosistico e intellettualistico.

Fuori delle mura trecentesche, in previsione del prossimo assedio, vengono distrutti vecchi monasteri (delle monache di Faenza, e di San Gallo, presso le Porte omonime), per non offrire riparo alle truppe nemiche; viene invece risparmiato il monastero di San Salvi, per conservare il recente affresco di Andrea Del Sarto.

Nel 1530, durante il lungo assedio da parte dell'esercito imperiale, viene giocata in Piazza Santa Croce viene giocata una partita di calcio “in livrea”, nonostante i colpi di cannone delle postazioni imperiali. Purtroppo però, dopo un'eroica resistenza a cui collaborarono Michelangelo (come costruttore di fortificazioni), e Francesco Ferrucci (come condottiero), la seconda repubblica fiorentina deve capitolare: diventerà uno stato dinastico, con a capo Alessandro dei Medici (figlio naturale di Lorenzo duca d’Urbino), che avrà il titolo di duca di Firenze (1532): sua sorella Caterina dei Medici sposa nel 1533 Enrico, duca d’Orleans, il futuro Enrico II re di Francia.

Nel 1534 il duca Alessandro fa costruire ad Antonio da Sangallo, su pianta pentagonale, la Fortezza da Basso (o Forte di San Giovanni Battista), un’architettura militare che ingloba la precedente Porta a Faenza, con funzione di protezione della città lungo le mura trecentesche, ma anche dalla città, in caso di sollevazioni popolari; la copertura della terrazza fortificata è del 1649.
Dopo l'uccisione del duca Alessandro, ultimo erede del ramo mediceo di Cosimo il Vecchio, il potere è assegnato nel 1537 al giovane Cosimo I, figlio di Maria Salviati e di Giovanni dalle Bande Nere, del ramo “popolano” dei Medici. Dopo aver sconfitto i fuorusciti antimedicei nella battaglia di Montemurlo nel 1537, sarà il primo di 7 granduchi medicei, tra cui i suoi figli Francesco I e Ferdinando I, avuti dalla moglie Eleonora di Toledo.

Nel 1539 Cosimo I sposa Eleonora di Toledo, che dal 1540 utilizza con la sua corte un ambiente della chiesa di S. Maria Novella per le funzioni religiose: il Cappellone degli Spagnoli. Nel 1549 la coppia regnante compra Palazzo Pitti (iniziato dal banchiere nel 1458), facendone la residenza granducale, con zona verde retrostante, progettata dal 1550 dal Tribolo (il Giardino di Bòboli), e con cortile dell’Ammannati (dal 1558).

Nel 1551, dove nel Medioevo si svolgeva un mercato, e dove sostava il carroccio comunale prima delle battaglie, sorge la Loggia del Mercato Nuovo, detta anche Loggia del Porcellino, da quando (1612) Pietro Tacca vi inserisce una fontana con un animale in bronzo, che in realtà è un cinghiale.
Nella Loggia della Signoria (o Loggia dei Lanzi, o dell'Orcagna) viene collocata nel 1554 la statua del Perseo di Benvenuto Cellini.
Nel 1555 i fiorentini dopo un lungo assedio conquistano Siena, che entra a far parte del ducato, insieme a Pisa, che era stata presa definitivamente nel 1509.

Nel 1560 Giorgio Vasari inizia la costruzione degli Uffizi come fabbrica per le 13 Magistrature dell'apparato statale del granduca Cosimo I, per il quale realizza anche (1565) il Corridoio Vasariano, collegamento tra la sede del potere (Palazzo Vecchio) e la residenza granducale (Palazzo Pitti).
Il Vasari fa anche diventare il grande salone di Palazzo Vecchio un ambiente di rappresentanza, per il quale affresca nel 1565 l’enorme soffitto con 39 riquadri, affiancati alle pareti con scene sulle recenti conquiste di Pisa e Siena; nel 1567 costruisce nel Mercato Vecchio la Loggia del Pesce (oggi in Piazza dei Ciompi, dopo gli sventramento ottocenteschi).

Nel 1569, anno in cui il papa Pio V attribuisce a Cosimo I il titolo di granduca di Toscana, Bartolomeo Ammannati compie la ricostruzione del Ponte a Santa Trìnita, su tre eleganti e snelle arcate: nel 1608 sarà fiancheggiato dalle statue delle 4 Stagioni.

Dal 1570 Francesco I, che ha sposato Giovanna d’Austria nel 1565, si fa costruire in Palazzo Vecchio lo “Studiolo”, ambiente prezioso e raccolto in cui, in mezzo a dipinti manieristi e statuette in bronzo, il principe poteva dedicarsi ai suoi studi di scienze e di alchimia.

Nel 1583 viene fondata l’Accademia della Crusca, che pubblicherà nel 1612 la prima edizione del suo Vocabolario, il primo in assoluto di una lingua nazionale.

Il gruppo scultoreo che rappresenta il Ratto delle Sabine è scolpito nel 1583 dal Giambologna e posto sotto la Loggia della Signoria: è considerato la prima scultura moderna, nel senso che obbliga ad una visuale multipla, perfetta da ogni angolazione. Dello stesso Giambologna è la statua equestre di Cosimo I (1594) in Piazza della Signoria.

Il terzo granduca mediceo Ferdinando I, succeduto al fratello Francesco I (morto nel 1587 a Poggio a Caiano contemporaneamente alla seconda moglie Bianca Cappello, sposata nel 1578), si avvicina politicamente alla Francia, invece che alla tradizionale alleata spagnola: sposerà infatti (1589) Cristina di Lorena, per la quale allestirà una battaglia navale nel cortile di Palazzo Pitti.

Nel 1588 è fondato da Ferdinando I l'Opificio delle Pietre Dure, laboratorio specializzato nella produzione di opere d’arte che utilizzano pietre rare e pregiate: tavoli, mobili, vasi, quadri, statue, reliquiari, ma anche per la decorazione di monumenti quali la Cappella dei Principi.
Nel 1590 Bernardo Buontalenti costruisce per Fernando I il Forte di Belvedere, completando il sistema difensivo contro attacchi interni ed esterni.

Il Seicento

Nel 1600 Maria dei Medici, figlia di Francesco I e della prima moglie Giovanna d’Austria, sposa colui che era divenuto il re di Francia Enrico IV (1594) quando aveva abbandonato la precedente fede ugonotta.
Nel 1605 muore il bisnipote di Lorenzo il Magnifico, già arcivescovo di Firenze: Alessandro dei Medici, papa Leone XI per soli 26 giorni.
Nel 1609 a Ferdinando I succede il figlio Cosimo II, a cui Galileo Galilei dedicherà la sua scoperta sui 4 satelliti “medicei” di Giove nel 1610.

Dal 1612 Giulio Parigi amplia con criterio scenografico il Giardino di Bòboli nell'area del Viottolone e della Vasca dell’Isola. Dal 1620 è ampliata la facciata di Palazzo Pitti (3 finestroni per lato), con ulteriore ingrandimento nel 1640 (altri 5 finestroni per lato) fino ad arrivare alle attuali 23 finestre del primo piano.

Nel 1621, alla morte di Cosimo II dei Medici, il figlio undicenne Ferdinando II ha per 7 anni come tutrici e reggenti le granduchesse Cristina di Lorena (la nonna) e Maria Maddalena d’Austria (la madre).

L'architetto Matteo Nigetti intorno al 1640 progetta in stile barocco la Cappella dei Principi, la cui costruzione proseguirà nei secoli successivi: la decorazione pittorica della cupola è del 1828, in stile neoclassico, la pavimentazione sarà completata nel 1962.
Del 1656 è l'originaria costruzione in legno del Teatro della Pergola, modello dei teatri europei, con forma ovale, palchetti e scene mobili.

L’Accademia del Cimento viene fondata nel 1657 dal cardinale Leopoldo dei Medici, figlio di Cosimo II e fratello di Ferdinando II.

Nel 1670 sale al trono Cosimo III, che avrà 3 figli: il primogenito, il gran principe Ferdinando (che gli premuore nel 1713), Anna Maria Ludovica (che sposa l'Elettore Palatino del Reno), e Gian Gastone (il futuro settimo e ultimo granduca mediceo).

Il Settecento

Nel 1723 sale al trono di Toscana Gian Gastone, che non avrà figli. Alla sua morte, nel 1737 la dinastia dei Medici sarà sostituita da quella degli Asburgo-Lorena, fermo restando il fatto che, secondo il volere di Anna Maria Ludovica (l'Elettrice Palatina, ultima discendente dei Medici) le collezioni familiari, cioè il patrimonio artistico e culturale di Firenze deve rimanere legato alla città “per ornamento dello Stato, e per utilità del pubblico, e per attirare la curiosità dei forestieri”.
A Ludovica, che muore nel 1743, è dovuta anche l'ultima costruzione medicea: il campanile della chiesa di San Lorenzo, costruito da Ferdinando Ruggieri nel 1740, in età ormai lorenese.

Nel 1737 è granduca di Toscana Francesco Stefano di Lorena, il marito dal 1736 di Maria Teresa d'Asburgo che darà inizio alla dinastia degli Asburgo-Lorena: assume il nome di Francesco II di Toscana ed entra a Firenze nel 1739 dall'Arco di Trionfo (Piazza della Libertà) costruito per l’occasione.

Nel 1752 la Biblioteca Marucelliana è aperta al pubblico.

Nel 1753, durante l'Illuminismo, è fondata l'Accademia dei Georgofili, per promuovere studi di agricoltura; in quell'anno il veneziano riformatore della commedia, Carlo Goldoni, che ha appena scritto La Locandiera, è a Firenze.

Nel 1765 sale al trono il secondo granduca lorenese Pietro Leopoldo, che apre al pubblico il parco delle Cascine (1765) e il Giardino di Bòboli, costruendovi quindi opere come il Kaffeehaus, la Palazzina della Meridiana e la Limonaia. Il granduca realizza molte riforme, tra cui il libero commercio del grano e l’abolizione della pena di morte (30 novembre 1786) in Toscana, primo stato al mondo.
Nel 1775 Zanobi Del Rosso unendo due facciate di chiese dei padri Filippini realizza il complesso di San Firenze, concludendo in stile barocco scenografico una lunga vicenda progettuale.
Nell'ambito della cosiddetta “architettura di servizi”, Pietro Leopoldo costruisce edifici con funzione sociale: le Scuole Leopoldine (1780) in Piazza S. Maria Novella, l'Ospedale di Bonifacio (1787) in Via San Gallo, la sperimentale Palazzina delle Cascine (dal 1787) oggi facoltà di Agraria.
Nel 1783 è demolita la pericolante chiesa di San Pier Maggiore, originaria del secolo XI, con portico (del 1638), del quale restano le tre arcate nella piazza attuale.

Nel 1784 viene inaugurata l'Accademia delle Belle Arti (Via Ricasoli), importante istituto di istruzione artistica che nella sua Galleria ospiterà opere d'arte (inizialmente come modelli per gli allievi), e successivamente le sculture michelangiolesche, tra cui l'originale del David, qui trasportato nel 1873.

Nel 1790 il granduca di Toscana Pietro Leopoldo diviene imperatore del Sacro Romano Impero a Vienna, mentre a Firenze gli succede il figlio Ferdinando III, il cui regno sarà però interrotto per 15 anni dalle guerre napoleoniche (1799-1814).

L'Ottocento

L'intermezzo francese alla dominazione lorenese vide a Firenze la dominazione di Maria Luisa di Borbone (regina d'Etruria dal 1801) e della granduchessa Elisa Baciocchi Bonaparte (1809-1814).

Nel 1801 il romantico ed inquieto Ugo Foscolo è a Firenze, dove un amore infelice ispirerà il romanzo epistolare le Ultime lettere di Jacopo Ortis, né lo consola la memoria delle glorie italiane, con le loro tombe nella chiesa di Santa Croce, che esalterà nei Sepolcri (1807), e dove saranno trasportate le sue sploglie nel 1939; del 1812 è il suo soggiorno fiorentino sul colle di Bellosguardo, quando compose il poema Le Grazie, punto di riferimento del gusto neoclassico.

Nel 1803 muore a Firenze il tragediografo Vittorio Alfieri, cui sarà dedicato un monumento di Antonio Canova (1810) in Santa Croce.

Con la Restaurazione e il ritorno di Ferdinando III (1814) riprendono le riforme in agricoltura, come le bonifiche della Maremma.
Nel 1819 è fondato da un mercante di origine ginevrina il Gabinetto Viesseux, biblioteca e circolo culturale da cui nascerà la rivista l'Antologia (1821), a cui collaboreranno importanti personalità come Gino Capponi o Giacomo Leopardi.
La facciata della Villa di Poggio Imperiale, abitata nel Seicento dalla granduchessa Maria Maddalena d'Austria, vedova di Cosimo II dei Medici, viene ristrutturata in stile neoclassico nel 1823.

Nel 1824 sale sul trono il quarto e ultimo dei granduchi lorenesi, Leopoldo II; del 1829 è la spedizione in Egitto del toscano Ippolito Rosellini e del francese Champollion: riporteranno molti reperti antichi, oggi al Museo Archeologico di Firenze o al Louvre di Parigi.

Nel 1827 Alessandro Manzoni soggiorna qualche mese a Firenze, sulle rive dell'Arno, per “risciacquare i cenci” del suo romanzo.

Nel 1835 Firenze ha il suo quinto attraversamento dell'Arno: il Ponte San Leopoldo, ponte sospeso e in metallo, sostituito nel 1925 dall'attuale Ponte della Vittoria (dal 1925, in muratura), a sua volta rifatto nel 1946 dopo gli eventi bellici. Analogamente sospeso e in ferro il Ponte San Fernando (1837), sostituito dal Ponte San Niccolò, a traliccio (1890, per il “tramway”), rifatto in cemento armato ad una sola arcata (1949).

Il granducato di Toscana nel 1847 entrò in possesso del ducato di Lucca; del 1848 sono la Stazione ferroviaria Maria Antonia (oggi Stazione di Santa Maria Novella, rifatta nel 1935 da Giovanni Michelucci), e la Stazione Leopolda (fuori Porta al Prato): entrambe prendono nome dalla coppia regnante.
Nel 1847 è realizzato il neogotico Campanile di Gaetano Baccani per la chiesa di Santa Croce, che nel 1863 vedrà l'inaugurazione di una Facciata tricuspidata in marmo bicromo, di Nicola Matas.

Nonostante le caute aperture del granduca Leopoldo II (libertà di stampa, guardia civica) le nuove idee liberali portano nel 1849 al triumvirato toscano di Guerrazzi, Montanelli e Mazzoni, durante la I guerra d'Indipendenza, quando il granduca deve rifugiarsi momentaneamente a Gaeta, prima di ritornare scortato dalle truppe austriache.
La pacifica manifestazione popolare del 27 aprile 1859 provoca l'allontanamento definitivo del granduca Leopoldo II, detto bonariamente Canapone, che morirà in esilio, mentre il plebiscito del 12 marzo 1861 stabilisce l'unione della Toscana al regno di Sardegna, che nel 1861 diventa regno d'Italia sotto Vittorio Emanuele II.

Tra il 1855 e il 1867 si riuniscono presso il caffè Michelangelo i Macchiaioli (Fattori, Signorini, Lega), pittori antiaccademici che accostano colori e ombre con effetti di grande luminosità.

Dal 1865 al 1870 Firenze, capitale d'Italia, con Ubaldino Peruzzi sindaco nel 1868-78, vede aumentare la propria popolazione ed attua una serie di interventi urbanistici: l'abbattimento della cinta muraria trecentesca per realizzare i viali di circonvallazione (i Viali Petrarca, Ariosto, Rosselli, Lavagnini, Matteotti, Gramsci, Giovine Italia), mentre Giuseppe Poggi continua il tracciato sull’altra sponda dell’Arno con il Viale dei Colli: la Loggia-caffè al Piazzale Michelangelo è del 1873.
Con l’inaugurazione della facciata, nel 1887 ha termine l'infinito cantiere del Duomo di Santa Maria del Fiore, dopo sei secoli.

Nel 1890 è compiuta, con motivazioni di risanamento edilizio, ma anche con scopi di speculazione edilizia, la demolizione dell'area del Mercato Vecchio (Piazza della Repubblica) e del ghetto ebraico; la nuova Sinagoga, o Tempio Israelitico (1882) sorge nel quartiere della Mattonaia, in stile bizantino-moresco.

Il Novecento

Nel 1903 inizia il periodo delle riviste fiorentine con Leonardo; seguirà La Voce di Prezzolini (1908) e Lacerba di Papini e Soffici (1913).

A Firenze fa la sua comparsa lo stile liberty: i villini Lampredi di Via Giano della Bella (1907), la casa-galleria di Borgo Ognissanti (1911), il villino Broggi-Caraceni di Via Scipione Ammirato (1911).
Dopo una dozzina d'anni di soggiorno lussuoso e dispendioso di Gabriele D'Annunzio nei dintorni di Firenze, la Villa La Capponcina a Settignano viene messa all'asta nel 1911.

Nel 1932 è costruito da Pier Luigi Nervi lo Stadio Comunale nella zona del Campo di Marte.
Nel 1933 viene completata l’Autostrada Firenze-Mare.
Giovanni Michelucci realizza l'attuale Stazione ferroviaria di Santa Maria Novella nel 1935, quando viene anche inaugurata la Biblioteca Nazionale Centrale.

Nel 1938 Eugenio Montale, poeta di origine ligure, allora direttore del Gabinetto Viesseux, fu allontanato perché non iscritto al partito fascista: sarà premio Nobel per la letteratura nel 1975, morirà a Milano nel 1981, ma è sepolto nei dintorni di Firenze, a San Felice a Ema.

Durante la seconda guerra mondiale il 4 agosto 1944 l'esercito tedesco in ritirata fa saltare 5 dei 6 ponti sull'Arno, distruggendo invece tutte le costruzioni in un raggio di 200 metri da Ponte Vecchio: l'11 agosto è il giorno della Liberazione della città da parte delle formazioni partigiane.
I ponti saranno tutti ricostruiti, tra il 1946 e il 1957, quando si aggiunse il settimo (Ponte Vespucci), a valle del Ponte alla Carraia. Seguiranno altri tre ponti: “da Verrazzano”, “all'Indiano” e “a Varlungo”.

Il 4 novembre 1966 l'Arno provoca una grande alluvione, danneggiando case, chiese, monumenti, musei, biblioteche.

Il 27 maggio 1993 un'autobomba esplode davanti all'Accademia dei Georgofili, provocando 5 morti e gravi danni agli Uffizi.

Gianni Malesci

Bibliografia essenziale

ALBERETTO Maura, L’Italia: Firenze e Provincia, Touring Editore, Milano 2005
BARGELLINI, Vedere e capire Firenze, Arnaud, Firenze 1963
CARDINI Franco, Firenze: la città delle torri, dalle origini al 1333, Fenice 2000 s.r.l., Milano 1995
Guide Univis, Firenze: guida alla città, UNIVIS, Torino 1976
JUSSEAUX Parick, Libri per viaggiare: Firenze, Guide Oro del Touring Club Italiano, Trieste 1995
PIEROTTI Piero, Viaggio in Italia: Firenze, Gruppo editoriale Fabbri, Milano 1982
www.storiadifirenze.org Il portale per la storia della città: Cronologia